Una lettera dall’alto

 

Elia,

fai un grosso respiro e lascia che la penna o i tasti che digiti vadano da soli, ti portino loro nella direzione che ora nemmeno tu comprendi.

In questo periodo ti osservo molto, da quassù non puoi scappare. 

Ti vedo vagare da un posto all’altro, edifici, case, tram e pullman di linea. Non è mai chiaro dove ti voglia condurre, dove vuoi sostare. A volte mi sembra che rallenti, di colpo, ti guardi un po’ intorno e ti fermi, non sai più dove andare. Mi sembri perso mentre le altre persone passano al tuo fianco, in una direzione e nell’altra, senti ogni loro profumo, intenso e leggero. 

Lo so, ti senti disorientato, il tuo cuore batte forte e tu non sai domarlo, da un po’ non ti sentivi così e quando lo ricordi ti blocchi. Quanto è strano sentirsi scoperti, ora che stai dando tanto in diversi lati della vita e non sai cosa potrebbe tornarti. Il fatto è che non si può mai sapere con certezza ed è complicato. Bisogna affidarsi, sapere che alcune volte molto di più non si può fare. Sarà il tempo, forse, a riportare i tuoi risultati, le tue conquiste e le tue gioie. Pensa a queste piccole e belle sensazioni e lascia che le preoccupazioni non ti annebbiano la testa che ora sembra una treccia che non riesci a sciogliere, a slegare.

Devi rimanere tranquillo, dall’alto ti so dire che non sei solo. Non sai quanti fili intrecciati si portano dietro le persone, si intersecano, si mischiano e chissà se riusciranno mai a scioglierli.  

Costruiscono una grande rete di storie, di ansie, preoccupazioni, felicità e tanti altri sentimenti che animano la specie umana da un po’ di tempo. Da qui mi godo ogni secondo uno spettacolo diverso, nuovo, perché niente è uguale al momento precedente. Chissà perché. 

La singolarità dei movimenti, delle persone, delle situazioni che si potrebbero assomigliare, mi porta a dirti di considerare unico ogni momento che passi senza pregiudicare il futuro e aggiungere della benzina ad un fuoco che già arde forte in te.

Guardati intorno

Piccolo Elia non stare in pensiero. Anche se tu non potrai rispondermi, saprò le cose che sospiri e quelle che proprio non riesci a tenerti dentro. Spesso è più forte di te, se c’è qualcosa che non ti fa star bene è difficile farti ingoiare il rospo, sciogliere quel nodo alla gola che non ti fa deglutire bene. 

Hai vissuto una vita con i tuoi pensieri, con i tuoi dubbi che non sei mai riuscito a capire e l’unico modo che avevi per sentirti compreso era scrivere.

Non ti sto dicendo che quei giorni sono finiti, in effetti è più complesso di così. Guardati intorno, ovunque ti girerai avrai delle persone, dei pilastri, che stanno lì anche per te, perché loro – queste persone – sono incasinate quanto lo sei tu e sanno che ci sarai per loro, come già ci sei stato. Eppure non ti sei mai aperto, quanto ti è difficile comunicare, ammettere di non essere solo in questo globo grande e piccolo, e rinunciare ad un po’ di benessere, magari sentirti un po’ più libero.

Prima del tempo

Quest’anno hai cominciato prima a pensare, ad aprirti con te stesso ed ora che arrivano le stagioni fredde, l’autunno e poi l’inverno, cosa farai? Sta arrivando il momento che preferisci, tu che sei un sognatore che pensa e si inventa storie, che a volte finiscono bene e altre volte meno. 

Le foglie cominciano a cadere, gli alberi si colorano di colori intensi che si perdono con la prima pioggia fredda e il sole piano piano si ritira e dovremo apprezzarlo meglio. Di quante cose potrai scrivere ora che hai la mente nel caos e il cuore che ama forte. Ora che sorridi, ti preoccupi e vedi di nuovo un po’ di poesia nei passi che, insieme a lei, lasci per le vie del centro città.

 

Lascia Elia che da qui io possa ancora vedere un po’ della tua poesia uscire dal tuo filo intrecciato. Lascia che segni ogni tua traccia in questo mondo inquieto, in questa tua fredda Torino.