Tutti gli anni, da quando ne ho memoria, nel periodo estivo andavo in vacanza con i miei genitori e mio fratello per circa due settimane. Siccome di stampo siamo una famiglia di avventurieri da “tenda sulla spiaggia e via” e non da “relax nei villaggi turistici” le nostre vacanze di sicuro erano movimentate e mai banali. Utilizzavamo come umile mezzo di trasporto via terra il camper e via mare, per scoprire sempre posti nuovi e possibilmente inesplorati, usavamo le canoe o kayak in gergo tecnico.
Noi quattro tutti insieme in mezzo al mare ognuno con la propria canoa. La bellezza di poter essere padroni della propria barca è che puoi decidere tutto come preferisci tu, nessuno può impedirti nulla, beata libertà.
Il mare a volte è così piatto e calmo che sembra stia ancora dormendo e cerco sempre di non svegliarlo perché poi quando si sveglia so che iniziano i guai.
Ho preso tante onde, alcune innocue che riuscivano a malapena ad incuriosirmi ed altre enormi, spinte dal vento e dalla voglia irrefrenabile di infrangersi contro le rocce. Tanti rumori ed altrettanti schizzi. Una vera battaglia. Con un po’ di fantasia riuscivo a vedere mille soldati che combattevano fra loro. Guerre enormi, piene di sangue e teste mozzate che volano… sembrava il “Signore degli anelli” o addirittura per gli intenditori un po’ tutte le puntate de “il trono di spade”.
Quelle onde però mi regalavano momenti di pace ed attimi in cui ero solo e potevo sentire tutti i miei pensieri e non mi dispiaceva a dir la verità. Poi arrivava il momento più atteso della giornata, quando ero stanco e pagaiavo da ore non vedevo l’ora di poter sbarcare su di una spiaggia per sostare la notte. Una volta sbarcati si iniziava a montare le tende prima che potesse calare il sole, poi potevamo regalarci ancora un rilassante bagno. Dopo tutte le fatiche della giornata il tempo della cena era davvero essenziale e rigenerante, amanti di buone per non dire ottime zuppe condite con qualche legume. In quel momento, il cibo più buono del mondo!
Il bello della serata però doveva ancora avvenire. Senza ombra di dubbio, il momento perfetto e più interessante per un apprendista poeta è questo che segue. Aspettare che il sonno ci rapisse passando il tempo a guardare sdraiati per terra il magnifico letto di stelle che a loro volta, penso ci guardassero. A volte, perché ero davvero fortunato, riuscivo ad intravedere delle magnifiche stelle cadenti con la loro timida coda. Ora ditemi, cosa ci può essere di meglio che stare ad osservare le stelle in riva al mare su di una spiaggia deserta. Nessuna contaminazione umana, nessuna luce artificiale ad ostacolare la vista stellata. L’infrangersi delle onde sui sassolini, ritmo costante ed ipnotico accompagnato da un leggero venticello a rinfrescarmi e tenermi compagnia fino a quando i miei occhi non si sarebbero chiusi per dormire un po’ la notte.
La nostalgia dei ricordi mi affligge continuamente, ricordare il passato però è uno stimolo per andare avanti e magari riprendere certe abitudini perse chissà per quale assurdo motivo. Poter avere in viso ancora quel sorriso splendente di quando si era più piccoli pensando alle mille cavolate compiute solo per far disperare qualche povero parente.
Ricordate sempre di avere memoria di ciò che fate, quei momenti non torneranno indietro e per questo viverli anche solo per una volta nella memoria non è mai banale.
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